«Io sono un clown, un pagliaccio. In genere i fumettari sono tristi oppure soli o magari matti. Io sono triste, solo e matto da quando ho iniziato a disegnare con il carboncino dappertutto, scegliendomi il destino di scherzare: sul sesso, la mafia, la politica, i bellimbusti […] Se i miei eroi sono tristi, magri, grassi o folli, non fa differenza, purché anche il sottoscritto, nella sua vita, sia stato almeno per un momento tutte queste cose. E continuerò a disegnare nell’aldilà. Io mi sento addirittura un autore di un altro pianeta. Quanto meno di tutto il mondo: con i miei fumetti ho girato nel tempo e nello spazio, visitando epoche diverse, il passato e il futuro […] I miei personaggi sono come dei giocattoli, con un palla in testa e due cilindri per gambe: non rappresentano nessuno, non sono nemmeno della caricature (che d’altronde non so fare. Hanno solo il compito di far ridere la gente. Almeno così mi illudo che sia».
Jacovitti. Autobiografia mai scritta
raccolta da Antonio Cadoni
(Ed. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2011)
2 commenti:
Ah, i salami di Jacovitti! E Cocco Bill! E Pippo, Pertica e Palla!
Mi hai fatto venire voglia di ripescarli tutti :-)
Infatti l'ho segnalato proprio per questo: anche a me a ricordato tante cose (il Diario Vitt, maledetta giovinezza!!!!)
Posta un commento