«Il castello era immerso nell'ombra.
Mille, immobile sul marciapiede, alzò gli occhi verso le sue torrette svettanti mentre la carrozza ripartiva, risuonando sull'acciottolato. E il castello la fissò a sua volta. Due occhi spalancati e minacciosi che la guardavano dalla torretta più alta.
"Puaf!" borbottò Mille. "Sono soltanto luci."
Certo, soltanto questo erano - qualunque sciocco poteva capirlo - e non aveva senso parlare a se stessa. Ma mentre l'eco dello scalpitìo degli zoccoli dei cavalli svaniva nella notte, il suono della propria voce riuscì a rassicurarla.
Non pensava che la strada sarebbe stata così buia, così deserta; non credeva che il castello fosse così imponente.»
Gotico Americano
di Robert Bloch - (Fabbri/Bompiani)
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" Se potessi avere mille lire al mese / senza esagerare, sarei certo di trovar / tutta la felicità! " canticchiava Bobo Puaf mentre lanciava a tutta velocità la sua 127 verde pisello contro il cordone sanitario che isolava il Castello in si erano riuniti i dieci ghost writers del Kollettivo Kafka Killers . Puaf aveva x anni supplicato il KKK di permettergli di diventare l'undicesimo e di poter pubblicare la sua storia di uno scaraffo mutante che al mattino si svegliava nei panni di un travet della generaz mille euro e finiva spiaccicato con la sua 127 verde pisello contro la parete di una banca che non voleva concedergli un mutuo. La utilitaria passò attraverso le barriere come una lama calda in uno strip bar per lama maschi riuiniti x un addio al celibato e riuscì a sputare tutto il suo disappunto davanti ai dieci fantasmi con il pennino prima di essere agguantato da un paio di editors massicci come certe tavolette di cioccolato d'antan servite in qualche refezione in anni in cui Starsky & Hutch erano la porta verso l'America lontana, dall'altra parte della luna. I cioccoblocchi piegarono Puaf e lo chiusero nel portabagagli della sua macchinina spartana. Al buio, in quello che Puaf ribattezzò
" portamagari " ( copyright Crepascolino ndr ), il prigioniero scrisse Il Racconto, cancellando con un colpo di spugna il Cappotto di Gogol e Bartleby lo Scrivano di Melville. Lo terminò il momento prima di quello in cui il muso della 127 colpisse gli scogli dopo un salto durato il tempo sufficiente a rileggere Seta di Baricco.
@Crepa ma tu sapevi che io e altri sette scrittori siamo stati chiusi (serviti e riveriti, s'intende) in un Castello per una settimana? Bellissima esperienza (anzi, di più) che puoi visionare in parte qui
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