Firmato dal regista David O. Russell dopo l'abbandono da parte di Darren Aronofsky (che comunque resta produttore esecutivo) The Fighter è una pellicola che con rinnovata energia torna a riproporci il consueto gioco di ascesi-caduta-risalita sportiva (ed esistenziale) che regge l'impianto di buona parte del cinema agonistico (la schiatta dei Rocky ovviamente in testa). Imperniato sulla storia vera del pugile professionista “Irish” Micky Ward (Mark Wahlberg) e di suo fratello maggiore Dickie Eklund (Christian Bale, anche se a interpretare questo ruolo erano stati interpellati dapprima Matt Damon e in seguito Brad Pitt per poi passare in ultima istanza - guadagnandoci assai in credibilità - al miglior Batman di sempre!), lo snodo principale del film consiste nel fatto che anche Dickie è un dotatissimo boxeur, ma dopo aver vissuto un momento di straordinario fulgore - arrivando a gettare al tappeto il grande Sugar Ray Robinson - questi sommerge la propria carriera affogandola nel crack e nei giri malfamati per finire miseramente in prigione. Nel frattempo suo fratello (in realtà fratellastro), forse meno talentuoso ma con un gran cuore e la giusta disciplina dalla sua parte, decide a malincuore di ritirarsi dal pugilato a causa dell'ennesima sconfitta. Eppure per un gladiatore l'anelito verso il ring è un afflato naturale che non si seda semplicemente con la routine; nel caso di Micky esso torna prepotente a frantumare il tran-tran quotidiano di un lavoro umile e la tranquillità di un rapporto affettivo stabile. Pertanto, quando un riabilitato Dickie esce dal gabbio per offrirglisi come allenatore, Micky si rimette in forma e arriverà a meritarsi la cintura di campione del mondo - tra mille traversie, soprattutto famigliari: i due pugilatori irlandesi sono dotati di una pattuglia di sorelle davvero invadenti e rumorose, due padri diversi e una mamma-manager (una maestosa Melissa Leo) a formare una famiglia allargata e disfunzionale che niente ha a che invidiare a quelle nostrane.
Pare che Whalberg tenesse particolarmente a questo film, si devono infatti a lui il superamento dei numerosi intoppi produttivi e il reperimento di molti dei fondi utilizzati per girare gli ultimi ciak, ma per quanto bravo, appassionato e funzionale al suo personaggio non è il bel faccino dell'attore miglior amico di George Clooney a restare impresso nella mente dello spettatore: The Fighter infatti è, fuor di ogni discussione, un opera da accreditare a Christian Bale: nella parte di un Dickie Eklund consumato dalla droga, esasperato, sbruffone e completamente svoltolato è lui il vero diapason di questa robusta pellicola del 2010. Piaccia o meno la sua recitazione nervosa, infatti, nessuno può negare quanto oggi nell'odierno panorama attoriale a stelle e strisce Bale rappresenti l'eccellenza: sia che impersoni il bambino stupefatto dalla guerra ne L’impero del sole di Spielberg o l’inquietante Bateman in American Psycho, sia che indossi il mantello da pipistrello per Nolan o che interpreti la nemesi di Dillinger per Michael Mann, le capacità d'immedesamazione di quest'attore sono sempre entusiasmanti mentre la sua completa dedizione al metodo sfiora senza tema di smentita la maniacalità di un DeNiro o di un Pacino dei bei tempi andati: come loro smagrisce fino all’anoressia per L’uomo senza sonno per poi tornare un grumo di muscoli per Batman Begins, si deperisce per Rescue Dawn di Herzog e poi ritorna splendente per Terminator Salvation. E che dire del ruolo - davvero superlativo - dei gemelli in The Prestige? Bale è oggettivamente la più valida e moderna incarnazione dell'attore completo, e questo The Fighter aggiunge un tassello ulteriore a quel corposo mosaico che questa giovane star sta costruendo attorno a sé. Bello.
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