«Fu trovato dietro i cespugli di fronte alla Casa del Divin Verbo in Albatross Road, nel West 5. Era la sera del 30 di marzo, all’ora di punta. Faceva un freddo terribile, e un impiegato che stava tornando a casa, appartatosi per un improvviso bisogno, era inciampato sul corpo»
E morì a occhi aperti
Derek Raymond
(Ed. Meridiano Zero)
6 commenti:
Bellissimo romanzo, e atipico per il genere di cui fa parte.
Dialoghi da antologia!
bhe', Raymond è un must... presto parlerò di INCUBO DI STRADA, il romanzo sinora inedito che Meridiano Zero ha appena pubblicato in Italia!
Mai letto nulla di Raymond, ma questo incipit è spettacolare. Metto in lista d'attesa.
oh, il Re Ratto! ti seguo spesso sul commentarium di Elvezio... Raymond non ti deluderà, ne sono certo!
E' il mio preferito dei quattro romanzi del ciclo originale della Factory.
I due centrali mi sembrano più deboli, mentre Dora Suarez è molto simile a questo, con il diario che ha la funzione che qui hanno i nastri registrati.
E dove gli altri hanno qualche ripetizione e ingenuità questo è perfetto.
Non ho letto gli altri romanzi che ha scritto, un po' avevo paura di rovinare l'effetto.
Conosci William McIlvanney?
I tre romanzi dell'ispettore Laidlaw hanno uno stile ed approccio molto simile al ciclo della Factory (che precedono, almeno i primi due).
Io li ho letti in inglese (...scozzese) ma ho visto che sono stati tradotti da Tranchida Editore.
@marco: William McIlvanney lo conosco solo perché avevo un amico che me ne parlava sempre, ma non ho letto mai nulla di suo. Sarà ora di affrontarlo, allora (ma Tranchida esiste ancora? Mi sa di no, urge ricerca anche in tal senso).
Il ciclo della Factory è nerissimo e stupendo anche con le sue ingenuità, secondo me, perché Raymond era scrittore di strada, anche stilisticamente :-)
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