Omicidio a New Orleans (Haeven's Prisoners) è un film del 1996 diretto da Phil Joanou con Mary Stuart Masterson, Eric Roberts, Alec Baldwin e Kelly Lynch. Alla sua uscita il film venne unanimemente massacrato tanto dai fan di James Lee Burke (è infatti un adattamento del suo secondo romanzo dedicato all'ex poliziotto cajun Dave Robichaux) quanto dagli amanti del genere noir più ampiamente inteso. Eppure questa storia di trafficanti di droga, assassini spietati, tremenda vendetta e vamp dagli occhi color ossidiana non è poi così malvagia. La cappa di torrida immoralità che si respira nel libri del grande cantore della Lousiana è grossomodo riprodotta fedelmente nella pellicola che - questo magari è vero - qua e là arranca nella sceneggiatura, ma possiede una caratterizzazione convincente e appassionata dei personaggi (a partire dal solitamente insulso Baldwin sino allo scattante e scolpito Eric Roberts), e lo scenario umido delle rive del Mississippi dona al progetto una nostalgica - e deliziosamente struggente - patina blues. Certo, nella sua rocciosa malinconia rugosa, è oggettivamente più in ruolo il vecchio Tommy Lee Jones nel successivo Electric Mist (regia del grande Tavernier alle prese con il più imperfetto dei suoi film), però intanto, rivalutare questo tipico prodotto anni '90 può esser salutare (oltre che divertente).
3 commenti:
Eric " è mancato poco mi prendesse Bertolucci " Roberts è un problema, diciamocelo. Io l'ho detto. Abbiamo frequentato lo stesso corso per corrispondenza della "Don't go for second best School" di Palookaville. Ai tempi - da non credere - era il simpa della compa. Molto oltre il crepuscolo scendevamo tutti nelle cantine del Roberts Manor e provavamo fino all'alba a prendere il tram chiamato Desiderio ( a Milano è la linea della metro che porta alla Esselunga specializzata in piatti pronti x singles ndr ). Ridevamo alle spalle di quel ragnetto della sorella Julia che scimmiottava la Audrey di Sabrina in vacanza a Roma prima di farsi suora ed innamorarsi di Cary Grant o Greg Peck o Bogey. Tutti quei denti e quelle gambette da Bambi. Pfui. Poi le cose sono precipitate. Non ti dico la sua delusione quando Bernardo gli ha preferito Malkovich ( seconda scelta dopo che Bill Hurt e Glenn Close erano stati giudicati troppo maturi per i due personaggi poi interpretati da John e Debra ndr ). Rilasciava interviste dicendo che probabilmente era
" troppo bello per il ruolo " . Del ns gruppo è quello, se con consideriamo il sottoscritto, meno dotato per comunicare una emozione ( io non mi lamento, sia chiaro, ed adoro il mio attuale incarico in banca di supervisore delle clausole per i prestiti e mutui a lavoratori interinali ) che non fosse il disappunto per un capello bianco ( si veda la sua prova in Analisi Finale con Gere, Basinger e Thurman ). Ti lascio con una chicca in anteprima: Eric ha appena trovato la sua Damasco nell'Oscar ad un attore bellissimo che ha scelto di immiserirsi sullo schermo - Matthew Mcconaughey, of course - e sta scrivendo un copione in cui lo Zio Tibia
( Eric, of course )si innamora di una pingue pretty woman on the street e ne diventa il pigmalione prima di scoprire che è un hombre ( Alec Baldwin o Platinette ). Nessuno è perfetto, come disse il tale.
Sì Crepa, concordo su Eric anche se qualche bella interpretazione Gilla riconosco (tipo in A 30 secondi dalla fine o in Diner, dove affiancava un Rourke ancora riconoscibile - e già bravissimo). Cmq tutti ruoli giovanili...
In a 30 sec è bravo. Memorabile il momento in cui Jon gli spiega che brama ad una vita come lavapiatti pagato una miseria, ma libero ed Eric realizza cosa sia il senso della vita. Non ti dico la fatica per me e gli altri ghost writers: la sceneggiatura originale di Akira Kay ( storico: lo script è del grande regista giappo a cui tanto deve il ns Sergio Leone )prevedeva che il personaggio di Eric avesse un muso tipo quello di Johnny il Bello prima della plastica ( praticamente Rourke oggi ndr ), ma il figlio meno famoso di mamma Roberts non voleva passare sei ore al trucco...
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