mercoledì 8 settembre 2010

Steinbeck attacca così...

«Il Vicolo Cannery a Monterey in California è un poema, un fetore, un rumore irritante, una qualità della luce, un tono, un’abitudine, una nostalgia, un sogno. Raccolti e sparpagliati nel Vicolo Cannery stanno scatole di latta e ferro e legno scheggiato, marciapiedi in disordine e terreni invasi da erbace e mucchi di rifiuti, stabilimenti dove inscatolano le sardine coperte di ferro ondulato, balli pubblici, ristoranti e bordelli, e piccole drogherie zeppe, e laboratori e asili notturni. I suoi abitanti sono, come disse uno una volta, "Bagasse, ruffiani, giocatori, e figli di mala femmina", e intendeva dire: tutti quanti. Se costui avesse guardato attraverso un altro spiraglio avrebbe potuto dire: "Santi e angeli e martiri e uomini di Dio", e il significato sarebbe stato lo stesso.»

Vicolo Cannery - John Steinbeck (Ed. Bompiani)

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