«Scesero all'Hotel de Las Floras in un caldo pomeriggio di fine ottobre. Il patio interno traboccava di fiori rossi, gialli e bianchi che illuminavano la piccola stanza. Il marito era un uomo alto, scuro di capelli e pallido che sembrava avesse guidato per diecimila miglia dormendo; attraversò il patio, portando sulle braccia un paio di coperte e si gettò sul lettino della piccola stanza sospirando esausto. Mentre teneva gli occhi chiusi, sua moglie, sui ventiquattro anni, bionda, con gli occhiali cerchiati di tartaruga, sorridendo al direttore, il signor Gonzales, andava e veniva rapidamente dalla stanza alla macchina. Trasportò prima due valigie, quindi una macchina per scrivere, ringraziando il signor Gonzales, ma rifiutando recisamente il suo aiuto.»
Viaggio in Messico - Ray Bradbury
(in Molto dopo mezzanotte... Ed. Mondadori)
7 commenti:
He, quando si parla di Bradbury non può essere che per cose belle. Anche se io questa raccolta di racconti non l'ho letta.
P.S.: E comunque stavolta ti ho beccato. L'immagine in testa è opera di Eric Joyner, celebre per essere stata poi scelta per illustrare la cover del romanzo "Steel" di quell'altro gigantone di Richard Matheson e dal quale hanno poi tratto il film con Hugh Jackman :)
Credo.
Pensa che io ero certo di averla scoperta nel tuo tumblr, quell'immagine :-) (a proposito, sempre un viaggio frustrante, visitare quel tuo spazio: troppe cose belle - e tu le scegli soltanto. Pensa che invidia se fossero anche opera tua!!!!)
Carissimo Omar, se devo dirti il vero potrebbe anche essere che io l'abbia postata su tumblr, quella illustrazione, ma con tutta la roba che piazzo lì non me ne ricordo nemmeno (tu prova ad andare sulla home del mio tumblr e poi clicca in alto su "archive" per renderti conto della mole).
In ogni caso, come ti dicevo anche in un'altra occasione, tumblr è uno strumento simpatico che provoca dipendenza e dove se hai quei 5 minuti da perdere, puoi trovare ricchissimi tesori. E se fosse tutta opera mia, quella, sarei davvero da far ricoverare, eh :)
Ma pensaci, ad aprirtene uno, che anche tu hai una cultura dell'immagine davvero niente male.
Ma questo post era dedicato a Bradbury, non a tumblr. E quindi ricordiamo almeno che il prossimo 5 giugno cadranno i due anni dalla sua scomparsa.
Scomparsa è la parola.
Non ho bisogno di ricordare che il tizio capace di immaginare un futuro in cui si brucino i libri - tutti e non solo cose come i manuali per diventare scrittori di manuali - o di raccontare le cronache dal Pianeta Rosso non aveva nemmeno la patente.
Ecco come sono andate le cose.
Il suo vecchio amico Ray Charles aveva ottenuto di potersi tenere la vettura che guidava in un famoso commercial, ma non crede di essere in grado di domarla in posti che non siano il deserto del Road Runner e di Wylie E. Coyote.
Chiede allo scrittore di scappare con lui incontro al crepuscolo. Via dalla pazza folla. Dai fans. Da tutto quanto tedia Amleto nella prima scena del terzo atto. I due Rays schizzano sull'asfalto in mezzo ad uno scenario che sembra una vignetta di Tex in modalità Ticci. Il singer legge la mappa ed il writer guida. O viceversa. Rischiano un frontale con la vettura di Duel e buttano lo "Sceriffo a New York" giù x la scarpata. Non lo hanno fatto apposta, ma le autorità partono in caccia. La Motown chiede a Don Westlake di raggiungerli e mediare in modalità Harvey Keitel. Il papà di Dortmunder li raggiunge dalla parti del buen retiro x criminali con il grisbi del Getaway ( romanzo, il film ha un finale diverso ndr ) di Jim Thompson. Tra tutti e tre hanno tanta di quella pilla da comperarsi una fettina di felicità. Decidono di non tornare indietro. Nel frattempo Dennis Weaver si risveglia alla morgue furibondo come un Razorback a cui avessero scippato la pappa. E' già in caccia. Brr.
@Crepa mi stupiva che Bradbury non ti stimolasse (stai diventando prevedibile, e questo è un male per un performer situazionista come te;-))))
@Luigi sì prima o poi mi dedicherò al tumblr ma ho paura di venirne risucchiato (nel senso di dedicarci troppo tempo: questo dannatissimo internet ci ruba troppe ore ala vita vera, uffa!)
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