Sono numerosissimi i siti in rete che confondono il titolo di questo gangster-movie con un ulteriore capitolo della fortunata - e per molti versi godibilissima - serie horror iniziata nel 2003 nella foresta del West Virginia. Diretto da Franck Khalfoun (sì, proprio quello di - 2 livello del terrore) Wrong Turn at Tahoe è invece un torbido film d'azione ambientato nell'universo delle mafie metropolitane: la trama s'impernia sulla figura di Joshua (Cuba Gooding Jr.) picchiatore al soldo di uno spietato boss che si trova nel bel mezzo di un conflitto di poteri che coinvolge anche Nino (Harvey Keitel), uno dei più pericolosi malviventi della città. La pellicola parte bene, poi un po' s'affossa per infine riprendere respiro nel finale anche se nell'insieme tutto sembra, pur appassionando non poco, visto e rivisto in tonnellate di film del genere. Il bravo attore di colore Cuba Gooding, dopo l'Oscar di qualche annetto fa per Jerry MaGuire, sembra aver perso parecchio del suo smalto (ma sono in molti sostenere che non ne abbia mai avuto: ricordate Men of Honor, ciofega in cui persino De Niro si giocò decenni di irreprensibile reputazione?) mentre come al solito è una garanzia il solido Miguel Ferrer, abile caratterista visto in miliardi di film minori, una faccia dura e viscida che non si scorda con facilità. E poi c'è il grandissimo Harvey Keitel, quasi un feticcio per Abel Ferrara e Scorsese, uno con più di cento pellicole all'attivo, costretto qui a farsi un po' la caricatura impersonando un boss che è la somma di tutti i boss che hanno affollato il Grande Schermo senza aggiungervi nessun tocco originale, nessun guizzo tipico di quella sua recitazione sgraziata ma sempre ammaliante (gesù, ma dov'è finito Wolf, quello che «risolveva i problemi»?). In soldoni: un film che porta sicuramente con successo il risultato a casa ma che alla fine ti lascia un po' basito, a guardare la lucetta del videolettore lampeggiare chiedendoti «vabe', ma c'avevamo bisogno?».
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