The Night Flier, primo lungometraggio di Mark Pavia, è un film horror del 1996 davvero suggestivo, per lo più sconosciuto al grande pubblico ma ben noto agli appassionati. Si tratta infatti - nel suo genere - di un piccolo ma portentoso gioiello: anzitutto perché riesce nell'impresa di non rovinare il racconto di Stephen King da cui è tratta la sceneggiatura (sport praticatissimo oltreoceano, Kubrick e Reiner esclusi, ovviamente), poi per lo strepitoso finale emoglobinico che mette alla berlina un certo modo trash e sensazionalistico di fare giornalismo e infine per l'utilizzo di effetti speciali semplici e cruenti che concorrono ad una tenuta potente dello script. La pellicola s'impernia su una sorta di parallelo fra la sete di scoop che anima la rivista 'Inside View', sempre a caccia di sangue o di orrore, e un assassino che imperversa (a bordo di un Cesna nero, come un nuovo Dracula dei nostri tempi) nella notte della provincia americana cara al Re dell'Horror. Miguel Ferrer (clone del padre José) è efficacissimo nel ruolo del giornalista cinico, chandleriano, un baro capace di prendere a calci una lapide tombale per renderla più fotogenica (personaggio già apparso in La zona morta), che si mette alle calcagna del serial killer con gran mantello e tricorno settecentesco. Piccole idee, grandi risultati, divertimento assicurato.
5 commenti:
Miguel Ferrer è un grande e solido caratterista del cinema americano: lo ricordate in Traffic di Sodembergh?
(Pippo)
Eccome no? C'ha la faccia giusta :-))
Lo preferisco di gran lunga al racconto, che si perde dove il film esplode. Il finale.
Comunque, visto l'argomento, voliamo alti!
M.P.
Ehilà M.P. era un po' che non ti facevi vivo. King spesso, a dispetto di idee magari geniali, toppa sui finali (soprattutto nei racconti) :-)))
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