Meridiano Zero riporta sugli scaffali un piccolo, meraviglioso libretto sulla musica del grande fiume americano. Da buon musicista - classe 1958, è l'anima della band dei Chicken Mambo - Fabrizio Poggi sfornò al suo esordio nel 2010 quest'opera prima davvero originale, un lavoro capace di concernere con la sua attività principale senza però tradire la precipua e vigorosa esigenza di raccontare mondi sconosciuti attraverso la parola scritta. Non si tratta infatti del solito romanzetto decadente italiano ambientato stavolta nel mondo della musica, decisamente no. Angeli perduti del Mississippi è invece un vero e proprio dizionario. Un dizionario del blues, per essere corretti, l'«unica musica popolare realmente americana», qualcosa che nasce confusamente nelle work songs dei neri e che col sovrapporsi delle epoche assurge a musica dell'anima, quasi un battito in cui i silenzi e le pause sono importanti tanto quanto le note. In questo bel volumetto - destinato non solo agli appassionati, per fortuna - si raccontano grandi e piccole storie rivelando aneddoti e curiosità sul blues, ma Poggi è attentissimo nell'inserire e contestualizzare ogni definizione all'interno di un'articolata scenografia geografica e sociale, facendoci così entrare senza sforzo nel mondo torrido e rurale (quasi esclusivamente di matrice southern) in cui il blues si è sviluppato, ramificandosi tra voo-doo, gumbo, bayou e blak-dogs.
Si viene così a conoscenza del british blues (John Mayall, Tony McPhee) o del luogo in cui il blues ha avuto origine (la pianura del Delta, a sud di Memphis); del viscerale rapporto di Bob Dylan con questo particolare universo o del significato intimo delle jam sessions; e poi s'incontrano tutte le figure cardine del genere, quelle che ancora oggi alimentano e fortificano la leggenda: da Muddy Waters a B.B. King, da Aretha Franklin a Billie Holiday. Insomma, l'autore ci ha consegnato un libro necessario che è bello poter di tanto in tanto consultare. Un libro che ti fa venire voglia di correre in soffitta a recuperare qualche vecchio vinile polveroso per riascoltarlo con attenzione (e finalmente, sia ringraziato il cielo, grazie a Fabrizio Poggi sappiamo cos'era il Mojo - ovvero il talismano portafortuna - cantato in Backdoor Man da Jim Morrison!)
Si viene così a conoscenza del british blues (John Mayall, Tony McPhee) o del luogo in cui il blues ha avuto origine (la pianura del Delta, a sud di Memphis); del viscerale rapporto di Bob Dylan con questo particolare universo o del significato intimo delle jam sessions; e poi s'incontrano tutte le figure cardine del genere, quelle che ancora oggi alimentano e fortificano la leggenda: da Muddy Waters a B.B. King, da Aretha Franklin a Billie Holiday. Insomma, l'autore ci ha consegnato un libro necessario che è bello poter di tanto in tanto consultare. Un libro che ti fa venire voglia di correre in soffitta a recuperare qualche vecchio vinile polveroso per riascoltarlo con attenzione (e finalmente, sia ringraziato il cielo, grazie a Fabrizio Poggi sappiamo cos'era il Mojo - ovvero il talismano portafortuna - cantato in Backdoor Man da Jim Morrison!)
Angeli perduti del Mississippi
Fabrizio Poggi (Ed. Meridiano Zero)
Fabrizio Poggi (Ed. Meridiano Zero)
2 commenti:
Ullallà, questo mi sembra un altro testo interessante (maledetto, siamo alle solite, eh?). Ha un prezzo "importante", ma un occhio glielo darò molto volentieri, appena capita.
L'illustrazione in copertina è di Robert Crumb, mi sembra di capire. Ottimissima scelta :)
@luigi: eh si, bel tomino con poche ma preziose chicche :-)))
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