mercoledì 23 ottobre 2013

chi ha ucciso il presidente?

Uno di quei film che promette parecchio e poi mantiene poco, anche se con dignità. Peccato, davvero. Perché l'ambientazione desertica e i tramonti texani affascinano sempre e la faccia scavata e irsuta di Kris Kristofferson nei panni dell'ex veterano ridotto a fare la guardia di confine funziona dannatamente bene.
Flashpoint (regia di William Tannen, 1984) comincia come un film dei Coen, con il protagonista che incappa tra le solitudini del deserto in una macchina zeppa di dollari e un cadavere mummificato (un po' sul genere di Non è un paese per vecchi, insomma) ma poi prende l'abbrivio del film a tesi, cercando di montare una trama che risponda - seppur indirettamente - alle eterne domande della politica americana: chi ha ucciso John Kennedy? E quale sarebbe stata la fine del suo assassino? Quali, inoltre, le complicità a livello federale americano? L'agente Logan (Kristofferson), uno dei più valorosi reduci dal Vietnam, avrebbe potuto diventare «qualcuno» nei piani alti della polizia; ma ha scelto la provincia e la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti, nauseato dalla politica e forse anche dalla società. Il suo pard Ernie (un giovane Treat Williams) è più inesperto, idealista, meno smaliziato sul lavoro e molto più ligio al dovere. Insieme decidono di tenersi il malloppo scovato nel deserto (risalente al 1963), venendo coinvolti però immediatamente in una successione drammatica di avvenimenti dai risvolti oscuri. Qualcuno sapeva che là nel deserto si celava un tesoro? E perché la CIA ha a cuore che tutto resti com'è? Interessante e piacevole, ma in definitiva una pellicola di routine. Colonna sonora dei Tangerine Dream, come di consueto in quegli anni.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma 'ndo li vai a pescare, 'sti titoli? ;-))

PG

sartoris ha detto...

bisogna impegnarsi parecchio ;-) (e non avere figli per casa, evidentemente!!!)