Nella polverosa e sperduta Climax, provincia profondissima del Nevada, un bel giorno giunge il cantante di fama mondiale Dino (Dean Martin). Costui, insaziabile cultore di Bacco e Venere, si ritrova tallonato da un aspirante compositore che vorrebbe appioppargli le sue creazioni. Scoperto che la propria moglie un tempo era stata presidentessa del fan club di Dino, l'ambizioso compositore (Ray Walston, subentrato a Peter Sellers per problemi cardiaci) decide di «affittare» una finta moglie (una Kim Novak mozzafiato) per mettere dell'umore giusto il cantante amante degli stravizi e convincerlo a comprare le sue opere. Questo semplice soggettino - tratto da una pièce italiana degli anni quaranta, L'ora della fantasia di Anna Bonacci, e portato sullo schermo nel 1952 da Mario Camerini in Moglie per una notte - nelle mani del grande Billy Wilder si trasforma in uno scoppiettante caleidoscopio attraverso il quale filtrare una visione amara e decadente dell'american dream. Grazie al suo indiscusso talento il regista viennese, non a caso lo stesso di gioiellini come La fiamma del peccato e A qualcuno piace caldo, sintetizza qui una vera e propria condizione di «tragica allegria» (la stessa che sottende a tutte le sue commedie, d'altronde): con una sensibilità tutta europea, infatti, Wilder notomizza la società d’oltreoceano, irridendone le convenzioni borghesi e smascherandone (siamo nel 1963) le ipocrisie sessuofobiche. Al punto che la National Legion of Decency additò il doppio adulterio che viene consumato nel film, costringendo la produzione a girare una scena sostitutiva in cui la brava mogliettina non si concede al cantante - facendo così perdere ogni significato all’intera vicenda. Baciami, stupido rappresenta la constatazione - brillante e ironica - dell’impossibilità di muoversi all'interno della corona dei giudizi moralistici quando la frenesia del successo subentra nella vita delle persone. Gli interpreti sono tutti eccelsi, con Dean Martin che gigioneggia prendendosi in giro divertito e Ray Walston che sgrana gli occhi, ma la più brava resta la Novak, spregiudicata e con una recitazione disarticolata memore della migliore Marilyn Monroe.
1 commento:
:-)
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