giovedì 13 novembre 2014

senza testa...


«In fondo ad una di quelle ampie insenature che movimentano la sponda orientale dell'Hudson, in quel punto dove il fiume si allarga sensibilmente, chiamato Tappan Zee dagli antichi navigatori olandesi, e dove essi serravano sempre prudentemente le vele e imploravano la protezione di San Nicola quando lo attraversavano, là si trova una piccola città sede di un mercato e di un porto rurale, da qualcuno chiamata Greensburgh, ma più generalmente e propriamente nota con il nome di Tarry Town ("città dove ci si attarda"); un nome, si dice, coniato tempo fa dalle brave massaie del paese vicino, vista l'inveterata inclinazione dei loro mariti a soffermarsi nella taverna del villaggio nei giorni di mercato.»

La leggenda di Sleepy Hollow
Washington Irving (Ed. Newton & Compton)

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Adalgisa Citronella incappò in una copia del Reader's Digest che sembrava passata x un naufragio e che qualcuno aveva dimenticato sul sedile di un autobus di quelli che portavano dalla fabbrica alle periferie e nel crepuscolo rimase ipnotizzata da quel Washington Irving e decise che avrebbe dato il nome di una città al suo primogenito. Nacque una bimba ed Ada la chiamò Pertusella ( da Caronno Pertusella, cittadina lomgobarda da cui gli Ilva dilagarono fino a Taranto ndr ) perchè Caronna Citronella faceva pensare ad una imprecazione di Brancaleone. Pertusella Citronella era forse anche peggio. I bimbi sanno essere crudeli quasi quanto gli adulti e inventarono filastrocche con la rima che segnarono nel profondo la cucciola. Nella - come in cuor suo l'infelice si nomava - si era scavata una nicchia in cui nascondersi e sognare e questa nicchia era il 45 giri di Marcella Bella in cui cantava che era " senza un briciolo di testa ". Se ne andò, senza rimpianti e senza lacrime, come in una canzone di Ligabue e finì x essere l'attrazione principale - l'unica - di uno show di una emittente televisiva locale. Cantava in uno studio grande come una cabina telefonica. Qualcuno dal natìo borgo di selvaggi vide il suo programma e decise di farle uno scherzo da preti facendola scritturare dalla pro loco perchè cantasse alla sagra della crema lodigiana. Nella arrivò con l'energia di uno tsunami e cominciò a cantare il song della sua anima. Stava intonando
" Evanescente, come un fumetto di eroi e di avventure,/ vuol proprio dire che anch'io inseguo in fondo un fine mio, / sognare " quando un secchio di vernice rossa
( lavabile ndr ) precipitò sulla sua acconciatura a cespuglio che rotola nel deserto.
Mi piacerebbe scrivere che questo innescò i suoi latenti poteri psionici, ma questa è cronaca e non fiction e posso solo riferire che Nella non fece un plissè e continuò a cantare. Nessuno la poteva toccare. Il che forse è un lieto fine.

LUIGI BICCO ha detto...

Questo lo avevo inserito anche nella lista di letture per halloween :)
Gran libro, gran film. Mi manca solo la serie tv che in tanti mi hanno consigliato.

P.S.: Non sapevo della ristampa della Newton (350 pagine a 6 euro, 1,99 euro in versione e-book. Evvabbé).

CREPASCOLO ha detto...

Sul mensile di breve vita Hyperion della Star Comics ( esordio italiano di Sin City e dei Next Men e di Nexus ed altro ancora ) è stato pubblicato uno one shot con la storia di Crane - tratto pittorico, se non ricordo male Scott Hampton o suo fratello Bo.

sartoris ha detto...

@Crepa: Hyperion mi ricorda tante cose, la speranza, anche, di un nuovo cammino per il fumetto d'autore made in USA che poi non ci fu (vabe', arrivò tanta roba bella, comunque, quindi non mi lamento: prima o poi bisognerà però fare il punto sugli anni Novanta e i miei denari spesi in edicola:-)

@Luigi: bellissimo libro e grande film (l'ultimo valido di Burton? Forse!) la serie manca anche a me e ne parlano tutti bene...