martedì 13 gennaio 2009

Ghiaccio Nove (incipit)

«Chiamatemi Jonah. I miei genitori mi chiamavano più o meno così. Mi chiamavano John.
Jonah o John... se anche mi fossi chiamato Sam sarei rimasto un Jonah - e non perché fossi un menagramo, ma perché c'era sempre qualcosa o qualcuno che mi scaraventava puntualmente in determinati posti, in determinati momenti. Non senza i debiti mezzi e motivi, convenzionali o strambi che fossero. E, nel pieno rispetto del piano, allo scoccare del secondo stabilito, questo Jonah era lì, nel posto stabilito. State a sentire:
Quando ero più giovane - due mogli or sono, più 250.000 sigarette e 50.000 cicchetti...
Quando ero molto, ma molto più giovane, incominciai a raccogliere il materiale per un libro che doveva intitolarsi Il giorno in cui il mondo finì

Ghiaccio Nove - Kurt Vonnegut (Ed. Feltrinelli)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

aaaaa
grande omar!
adesso è chiaro: walther fa parte della tua karass. il progressive rock è un grandfalloon, mentre io avrei proprio bisogno di un vin-dit.

vivete di foma!

il libro di bokonon è sempre sul mio comodino, gringo.

sartoris ha detto...

sono un bokoboniano convinto da più di un decennio, ragazzo:-)