martedì 15 marzo 2011

l'urlo del Coyote...

Quante volte di un libro abbiamo letto o sentito dire che «incolla il lettore»? Un fracco di volte, un milione almeno! Gli strilli sulle copertine di buona parte delle pubblicazioni dell'intero globo riportano questa frase spesso a caratteri fosforescenti, di frequente sottoscritta da questo o quel nome reboante, scrittori di grido che magari il libro in questione non l'hanno nemmeno lontanamente piluccato ma tant'è, una marchetta non si nega a nessuno. Ebbene, anche se la formula è trita e ritrita, di Notte di sangue a Coyote Crossing non si può davvero dire altro che, cazzo, «questo libro inchioda il lettore», e non ci sono santi, o te lo trangugi di getto tutto per intero oppure niente, è meglio se lo lasci dove sta e torni a fare altro. Al titolare del blog è capitato di annusare le prime pagine del romanzo mentre era in piedi nel proprio studio e di rimanere là impietrito, anchilosato sul battente della porta, con la faccia immersa tra le pagine mentre il cadavere di un redneck dell'Oklahoma giaceva sul pianale di un pick-up e i suoi occhi sbarrati incrociavano quelli di Tobey Sawyer, il vicesceriffo del più piccolo ufficio dello sceriffo dell'insignificante contea della zona, Coyote Crossing appunto. Poi quel cadavere scompare: trafugato, seppellito - o forse resuscitato -, e al giovane vicesceriffo non resta che mettersi a cercarlo per salvarsi il culo e preservare l'impiego. Se non fosse che in una notte si scatena una vera e propria piccola apocalisse: duelli a colpi d’ascia, un traffico di clandestini nel cuore dell’Oklahoma, sparatorie all’ultimo sangue, sceriffi psicotici, triangoli amorosi, inseguimenti mozzafiato e gli indemoniati fratelli Jordan che vogliono vendicare il bifolco morto e sognano di sminuzzare il vicesceriffo in un’ultima sfida che sa tanto di O.K. Corral. E quel dannato cadavere continua a non saltare fuori. Boom! Se incappate in questo nome: Victor Gischler state sicuri che ci sarà da smascellarsi, e da tremare. Nativo della Lousiana come altri eccellenti storytellers che su questo blog sono di casa, Gischler è un autore poliedrico che sguazza tra i generi con entusiasmante nonchalance (non disdegnando di affondare la penna anche nei comics); un pazzo furioso capace di portare gli X-Men di nuovo in testa alle classifiche americane per la Marvel, oppure di sfornare ristampe su ristampe grazie a romanzoni apocalittici come Black City (da noi la scorsa stagione si è parecchio parlato del suo Anche i poeti uccidono); uno che assieme al mentore-amico-protettore Joe R. Lansdale si diverte a sconquassare qualsiasi canone o filone regalandoci storie zeppe di eventi e personaggi incredibili, con uno stile scoppiettante (perfettamente reso in italiano dall'abilità di Luca Conti, molto più che un mero traduttore) e un ritmo che hanno in questo momento ben pochi rivali sul mercato. Qui siamo dalle parti del western rivisitato in chiave contemporanea, con i paeselli sperduti e le pallottole che fischiano tra un tramonto rosso e un'alba mozzafiato, e, diavolo, ci si ritrova a chiudere l'ultima pagina con uno strano sorrisetto sulle labbra. Avercene in Italia, di fuoriclasse così...

Notte di sangue a Coyote Crossing
Victor Gischler (Ed. Meridiano Zero)

7 commenti:

abo ha detto...

Grande Gischler, "Anche i poeti uccidono" spaccava di brutto.
Sono stato più di una volta tentato di mettere le mani sulla sua gestione di Deadpool per la Marvel, ma non mi sono mai deciso.

Ah, e seguirlo su Twitter è uno spasso...

sartoris ha detto...

@abo: davvero anche Gischler è su Twitter? Io ho deciso di non cascare nella trappola di Twitter, ma da più parti mi giungono echi di sirene difficili da azzittire :-)

abo ha detto...

Guarda, se selezioni con un po' di cura chi seguire, senza farti tentare dalla bulimia di contatti che poi si riduce nel non seguire nessuno, è davvero un ottimo mezzo.
Io ho lasciato Facebook qualche mese fa, ma Twitter ha una sua funzione, secondo me.

sartoris ha detto...

Ah, facebook mi ha drogato per due anni, poi ho capito che era una perdita di tempo (oltre a imbarazzarmi assai il fatto che un sacco di gente magari giunta sul mio account per aver letto i miei libri poi si trovasse di fronte le foto dei miei amici che facevano gli scemi o il loro autore preferito taggato in qualche "scasciatissima" cena di famiglia:-)

vade retro Mark Zuckenberg!

Anonimo ha detto...

Ehi, ma la Meridiano Zero ti ha pagato i diritti per aver preso la tua sagoma per la copertina del libro? L'ho pensato fin dalla prima volta che ho visto la copertina: <> mi sono detto, <>. Ora la cosa, con la copertina di Notte di sangue affiancata al tuo avatar lì sulla destra, è a dir poco lampante.

Sul libro: ma sai che io non riesco a trovarci difetti a questo? Mi rimangono una quarantina di pagine da leggere, speriamo di beccarne qualcuno, ho ancora qualche possibilità! :)

Andrea

sartoris ha detto...

@Pegasus: e mica devono essercene per forza, difetti! ('sto qua spacca, Andre', va avanti come un fiume in piena e lo molli solo quando è finito. Fottuti ammericani, quanto sanno essere bravi:-)

(divertente la faccenda dell'avatar:-)

Anonimo ha detto...
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