lunedì 25 maggio 2015

I lupi di Baldini...

Eraldo Baldini è probabilmente il miglior autore gotico della narrativa contemporanea nostrana (qui la sua intervista). Il suo Come il lupo arriva dopo piccoli tesori come Gotico rurale, Nebbia e cenere, Bambine o l'imprescindibile Terra di nessuno, ed è un racconto a metà strada fra la rievocazione storica e il fantastico (qualcosa di simile l'autore l'aveva già sperimentato in Faccia di sale, ma tutta la sua opera può dirsi indubbiamente improntata ad una commistione di questo genere). Siamo negli anni di piombo: il protagonista è una guardia forestale affascinata dai lupi, che entrerà in contatto con una strana comunità i cui membri vivono nei boschi seguendo i precetti di una misteriosa e carismatica matriarca.
Una scrittura tersa e scorrevole ci conduce per mano in questa vicenda che - come di consueto nei libri di Baldini - è rigorosamente tutta italiana. È italiana nel surplus di superstizioni e nei rituali contadini (l'attenzione per i quali è un'altra caratteristica tipica della produzione baldiniana, frutto evidente degli studi antropologici dello scrittore), è italiana nei riferimenti alla Resistenza e lo è nell’immagine triste delle famiglie che si lasciano alle spalle le proprie radici per cercare fortuna all'interno di meste realtà metropolitane.
Il maresciallo Nazario è una figura latrice d'un carico quasi insopportabile di disillusioni: il suo sogno di una famiglia felice si è frantumato miseramente, lo Stato per cui ha lottato si è rivelato tutt'altro rispetto alle sue convinzioni, gli restano solo i boschi e le fortunate occasioni d'incappare nei suoi amati lupi. Quando il caso lo porta a conoscere gli abitanti della Valchiusa, qualcosa irrompe nel grigio plumbeo della sua vita distraendolo dalle proprie amarezze: si tratta del rinvenimento di uno scheletro misterioso, sepolto apparentemente da alcuni secoli. Ma le cose non stanno proprio come sembrano, e poco alla volta il maresciallo della forestale scorge piccole incongruenze, bugie - o meglio verità taciute - come il fatto che lo scheletro rinvenuto risulti morto da non più di vent’anni. Calamitato dalla catena di foschi avvenimenti del passato, il protagonista comincia a indagare fra biblioteche, vecchi manoscritti e leggende tramandate oralmente, sino alla scoperta finale. In poco più di 230 pagine l'autore mette tanta carne al fuoco, e la cucina forse con un pizzico di maestria in meno rispetto i suoi standard. O forse, semplicemente, Baldini ha deciso con Come il lupo di sperimentare un nuovo registro, passando dal nero/nerissimo delle opere che lo hanno sin qui contraddistinto in favore di una più tenue gradazione cromatica nei suoi scritti.

Come il lupo - Eraldo Baldini (Ed. Einaudi)

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Il maresciallo Nazario " Kasta " Castoldi era bello siccome un lupo dipinto dal Ligabue e quando passava per la main street le ragazze in fiore ed anche quelle appassite sospiravano ed immaginavano di ballare con lui una polka latrice di sospiri e fantasie. Kasta non si curava di loro, perso nelle sue fantasie di lupi che sentiva come fratelli con cui correre veloce e furioso nel solito scenario post apocalittico da post fall out nel sole abbacinante e con le solite sculture alla De Chirico che popolano i sogni di chiunque da quando siamo tutti a zonzo nella mainstreet del villaggio globale. Sal " Facciadisale " Baldini arrivò al crepuscolo, naturalmente. Il volto incrostato di passato di chi ha resistito alla triste immagine delle radici spezzate dalla famiglia che non si allarga mai e porta seco la disillusione del frantumato costante nel tempo che non muta. Più o meno. Aveva l'impressione che non chiamare le cose con il loro nome le allontanasse. Diciamo che Facciadisale si sarebbe volentieri trasferito in Irlanda, se non fosse stato tirato x la giacchetta dai fantasmi degli avi. Vide Kasta e nacque. Senza dolore questa volta e tutta quella acqua a bollire. Lo seguì nella notte di luna piena. Kasta era a caccia di bracconieri, ma non sapeva che i birboni gli avevano teso una trappola. Al primo proiettile rispose un ululato. Al secondo un artiglio. I cacciatori di frodo lasciarono le armi e scapparono , il maresciallo lasciò l'Arma e si perse nel bosco per ritrovare i suoi fratelli. Facciadisale rimase - nonloscrivononloscrivo -di sale. Baldini & Castoldi suonava pure bene. So goes life.