giovedì 20 novembre 2014

Ti pigliasse un colpo!

Ovvero, come fare fortuna con quattro (o cinque) amici al bar…
Ci sono libri che ti fanno ritornare ragazzo. Come quelli di Marco Malvaldi che mi riportano indietro negli anni al mio paesello toscano, più precisamente al bar “Italia” con il fumo denso e appiccicoso, l’odore aspro del vino, la radio a tutto volume, le bevute, i motteggi, le prese per il culo e le maremme maiale (eufemismo) che volavano nell’aria come le rondini a primavera. E con i suoi rappresentanti più significativi, vedi il postino dalla bocca storta, alto due piedi che per arrivare al biliardo si rizzava sulle punte rosso come un cocomero, pronto a tirarti addosso la palla se tanto tanto commentavi a suo sfavore.
Basta sfogliare la Trilogia del BarLume: La briscola in cinque - Il gioco delle tre carte - Il re dei Giochi, Sellerio 2011.
Qui è il “BarLume” di Pineta il fulcro dei racconti dove si raggruppano i soliti vecchietti che hanno fatto la fortuna dell’autore. Non ci sono le maremme maiale (mi pare) ma le prese per il culo volteggiano come le suddette rondini. D’altra parte siamo in Toscana, terra fertile di simili convenevoli. E vediamoli un po’ questi vecchietti: Ampelio il nonno, Aldo l’intellettuale, il Rimediotti pensionato di destra, Pilade unico juventino, senza contare Massimo il barista. Capaci, in gruppo, di risolvere i casi più difficili: il mistero del cadavere di una ragazzina trovata in un cassonetto dell’immondizia, l’uccisione di un professore giapponese ad un congresso e quello di una donna all’ospedale.
Ultimo nato Il telefono senza fili, Sellerio 2014. Qui abbiamo anche l’aiuto del commissario Alice Martelli, figura slanciata, laureata in fisica, drogata di cappuccini, single e un bel cervello.
Il caso: Vanessa Benedetti è sparita. Gestisce con il marito un agriturismo che tentenna. Dopo avere ordinato una montagna di carne per i suoi ospiti tedeschi, essi vanno a mangiare al “Bocacito”, nuovo ristorante tirato su da Aldo e Massimo. C’è qualcosa che non quadra (perché quella inutile spesa?). Attraverso le illazioni e il pettegolezzo che fuoriesce copioso dal bar arriva la sentenza: il Benedetti, marito della scomparsa, “ha ammazzato la moglie e l’ha buttata nel fosso”. Chiaro, lampante, lapalissiano. Buttiamolo in galera. A ciò si aggiunga la morte di Atlante il Luminoso, al secolo Marcello Barbadori, (si è sparato o gli hanno sparato?) che ha profetizzato da una televisione privata la sua verità sul caso della Benedetti. Non manca il solito giornalista curioso, Saverio Brunetti del “Tirreno”, omino di mezza età con pancetta flaccida a fiutare le notizie come un cane da tartufi.
Tra una battuta e l’altra arriva (l’indagine passa quasi in secondo piano) il corretto alla sambuca, il prosecchino, il fernet, la minerale, l’analcolico (per Aldo) e il ponce per la “Portona”, la portalettere del luogo di notevole stazza. Strizzatina d’occhio al mondo del web, frecciatine sulla società (gli impiegati pubblici non fanno una sega), e al burocratese che non ci si capisce niente. Presente pure il “nobil giuoco” con scacco di scoperta e matto imparabile di Massimo ad un certo Cesare Bertoni a farmi trillare di gioia. Figure indimenticabili i nostri vecchietti, veraci maschere di teatro popolare, come il Rimediotti fornito di dentiera, due bypass, fumo incorporato, colpito a raffica da asma, ischemia, polmonite ed è sempre lì vivo e vegeto. Piccoli sprazzi di malinconia tra i pensieri di Massimo, solo ormai da tanto tempo. 
Battute in vernacolo, dicevo, prese in giro, parolacce a babordo e tribordo, ironia pungente anche quando si stende in italiano vero. Seconda parte un po’ pallosetta e pur sempre gradevole.
E allora vai avanti così Malvaldone, ti pigliasse un colpo! Che non è un’offesa ma, qui in Toscana, come un abbraccio fraterno.
(articolo by Fabio Lotti)

6 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Caro MM, hai un faccino simpatico da sceneggiatore Disney, ma le tue opere in vernacolo, scelta logica e legittima, sono le colonne d'Ercole contro cui la navicella del mio unico neurone sbrucchiato si schianterà sempre. Considera che sono l'unico lettore compulsivo italiano che ha letto un solo Camilleri e non sono proseguito oltre. E' un mio limite, lo ammetto, ma non entro in fase - per dirla con la mia amica Lory del Santo - con la ibridazioni ingegneristiche di italiano e dialetto. Leggo senza problemi klingoniano ed esperanto. Posso indicare la strada dal ponte della Ghisolfa al Castello Sforzesco ( MI ndr ) in kryptoniano variante Jeph Loeb. Mi fermo, però, di fronte a cose come " Quando voi fa' la rivoluzione, l'urtima 'osa che devi fa' è mettetti contro l'esercito ". Non è che non capisca. Padroneggio ben altro: chiedilo a Kal-El che è volato fino alla Madonnina seguendo le mie indicazioni.
Ad ogni modo, Crepascolino chiede spesso di visitare Firenze ( tutte le estati è almeno un paio di settimane nella regione di Dante e Benigni ) e quindi esiste ancora la possibilità che cambi idea. Una speranza. Un barlume di speranza.

Anonimo ha detto...

Bisogna esserci nati, caro Crepascolo, così come per altri posti. Niente di eclatante ma un tuffo nella memoria. Per me. E capisco che, senza tuffo, il Malvaldone possa essere mandato pure a quel paese.
Fabio

sartoris ha detto...

@Crepa carissimo, mi spiace per la tua idiosincrasia verso il verso il vernacolo, che non ti fa apprezzare Camilleri (neanche io lo amo particolarmente) ma nemmeno un altro autore che col dialetto ci gioca meticciandolo con l'italiano aulico e barocco: un tal Di Monopoli, che infatti continui a non leggere :-))))

CREPASCOLO ha detto...

Non a quel paese - ammesso e non concesso che non sia una pubblicità subliminale x l'ultimo film di Ficarra e Picone - ma in attesa del tempo in cui sarò pronto x rallentare e fermarmi a contemplare la musicalità di una lingua senza sale e ribollita. Ora come ora il mio atteggiamento e la mia velocità sono ben sintetizzati dagli immortali versi di un song di Mino Reitano che suonano + meno " batticuore, batticuore/ l'ascensore sale su / io non ci resisto più ".
Se continua così, riuscirò a digerire solo i colpi di Parker a firma Richard Stark musicati dai Subsonica mentre attraverso il Paese sul tetto di un vagone di Italo, una cola nella mano ed i moscerini kamikaze sul mio volto...

CREPASCOLO ha detto...

Come diceva un mio compagno di cella alla Cecchignola - un ragazzo di ingegno, secondo me, che aveva creato un servizio di taxi "parallelo" utilizzando le jeep della Compagnia Comando e scarrozzava i turisti x Roma fino a che qualcuno non ha cominciato a chiedersi come fosse possibile consumare tanta benzina ronzando intorno al quartiere EUR - prima o poi i libri planano davanti a te, quando è il momento giusto x leggerli. Vernacolo o no. Lo sapeva bene. Trovò Lo Straniero di Camus tra le carte di un maresciallo del magazzino casermaggio che era scappato con il suo attendente e venti milioni di lire in prosciutto di San Daniele e tra quelle pagine si perse, percependo la verità nel concetto che un ritaglio di giornale basta x una vita intera ad un condannato alla pena capitale. Poi naturalmente è uscito dal gabbio e oggi si occupa di smaltimento di rifiuti industriali in team up con organizzazioni non governative, ma questa è un'altra storia...

sartoris ha detto...

@Crepa, massì, tranquillo, son d'accordo con te (se penso che a scuola ho ripudiato Verga come la peste assoluta, e oggi vado a spulciarlo di continuo cercando di carpire il segreto di quella sua prosa forbita e musicale:-)))