mercoledì 12 novembre 2014

le Squame della Nubile...

(si parla troppo poco di poesia da queste parti, più per una forma di rispetto che per negligenza. È uscita la raccolta di liriche di Clara Nubile, scrittrice amica di questo spazio: ne consigliamo vivamente la lettura)
Quando tornavamo dal sud
dormivamo su cuscini di squame.
Potevamo scambiarci i sedili:
le storie si sfilacciavano tutte
sui lembi.
Al risveglio, le lische dei sogni decoravano
le nostre cosce nude.
Abitavamo strafottenti le carceri
del rimpianto, indirizzi ormai
in disuso.
Quando tornavamo dal sud,
le unghie combaciavano con le forbici.
Fosforescenti i nostri passi
nelle stanze ammuffite,
e gli affitti erano sempre troppo esotici
per le nostre tasche
profonde come balene.
Il lucore assoluto delle mani,
le febbri.
E la benzina al posto del cuore,
le macellerie ingolfate dal tramonto.
Misuravamo gli addii in centimetri
e aderenza dei baci.
E le ossa buie dei nostri antenati
- o erano forse gli ulivi? -
ci facevano da ombrelli,
e su di noi non pioveva mai.
(Stazione di Bologna, 6 maggio 2013)

Squame
Clara Nubile - (Ed. Lietocolle)

4 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Non ho assolutamente orecchio x la prosodia, anche se " per le nostre tasche / profonde come balene " mi piace un sacco e mi ricorda i parti del mio Crepascolino, ma " le macellerie ingolfate dal tramonto " lette di corsa mentre collaudo sotto la pioggia il brucomela x piloti DIGOS - se avessi saputo che la lettura matta e disperatissima di Ian Fleming e Len Deighton mi avrebbero portato a questo, avrei continuato con cose innocue come Leopardi e Conrad e Flaubert come voleva il mio precettore del correzionale - hanno evocato l'immagine di " macerie a cui il crepuscolo dona un golf " , uno scenario post apocalittico in cui si annida una speranza, come un fiore che spunta tra i rottami dell'ennesimo Terminator. Ho sempre pensato che la poesia, come disse il tale della bellezza, fosse una promessa di felicità. O almeno di speranza. E naturalmente l'estrema sintesi, secondo una definizione di Vic Gassman. Un dono che altri hanno, forse perchè nubili. Io sono sposato e quindi no. Cattivi/e.

sartoris ha detto...

@crepa sono d'accordissimo. Non sono mai stato bravo con la poesia (a meno che non sia in prosa) ma quando ne leggo/ascolto di buona qualità me ne accorgo ( ci vuol poco: è fatta per toccare i cuori:-)))

Clara ha detto...

Ciao Omar
grazie per il bel post! Un caro saluto dall'India
Clara

sartoris ha detto...

@Clara grazie a te. (Mi piace quando scrivi da laggiù... porti un tocco di esotismo nella routine di questo blog :-))