venerdì 28 novembre 2014

a spasso nel tempo, grazie a Dio!

presentato al Trieste Science+Fiction 2014, Predestination di Michael e Peter Spierig (sono i fratelli responsabili del già godibile Daybreakers) è uno sci-fi assolutamente da non perdere: la storia di un agente temporale inviato in un'intricata serie di viaggi all'indietro per impedire crimini non ancora commessi che, a sorpresa, riesce a essere appassionante e originale pur rimanendo nello svolgimento essenzialmente un kammerspiel. E ciò perché più che le questioni etiche e i dubbi morali (pure ben affrontate, soprattutto il discorso sulla dicotomia uomo/donna), in questa riuscita pellicola contano lo spettacolo e i personaggi: conta, insomma, il puro cinema.
Prendendo l'abbrivio da un racconto di culto di Robert Heinlein (All you zombies, del 1959) i fratelli Spierig hanno qui la capacità di costruire un microuniverso in cui tutto è coerente e che fornisce allo spettatore l’impressione che quella a cui sta assistendo è solo una delle numerose, possibili storie appartenenti a quella realtà. Il mondo in cui i viaggi nel tempo sono stati inventati negli anni ’80 che dipinge Predestination è infatti un frullato di stili, mode e design di epoche diverse, un luogo in cui i burocrati a furia di saltare nel tempo (semplice ed efficace nella sua essenzialità l'idea della custodia di violino con il timer necessaria ai crono-balzi) sembrano esistere in una dimensione atemporale.
Mescolando in dosi corrette atmosfere noir a teorizzazioni d'impianto fantascientifico classico (soprattutto la parte sulle implicazioni scientifiche della scoperta dei viaggi nel tempo) i due cineasti tedesco-australiani regalano allo spettatore un prodotto davvero notevole, i cui sviluppi si fanno plausibili per mezzo di un sottile equilibrio narrativo (debitore senza ombra di dubbio dei voli pindarici di Memento ma anche degli incastri di Donnie Darko) che intreccia le trame per ingaggiare con chi guarda un rimpiattino di indizi e rompicapo: durante la visione si ha più volte l'impressione di aver decodificato l'enigma complessivo, salvo vedere sbalestrate le proprie deduzioni con nuove e impressionanti rivelazioni. Ethan Hawke infine conferma il proprio talento: negli ultimi anni ha sbagliato qualche film ma ha saputo sicuramente farsi interprete robusto ed eclettico, riuscendo in diverse occasioni a far dimenticare il proprio bel faccino in funzione di una recitazione abile e, come in questo caso, davvero convincente. 

3 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

E che ci vogliamo perdere un film indipendente sui paradossi temporali? E no che non ce lo perdiamo. Anche solo con la speranza che Ethan Hawke, dopo la parentesi come autore di romanzi, abbia ripreso le redini della propria carriera cinematografica dopo l'ultima sua grande interpretazione in Gattaca (potrebbe tornare in auge proprio con un altro film sci-fi, no?).

Detto questo, l'ispirazione Heinleiniana fa già metà dell'opera. Nota curiosa: ho sempre pensato che l'incipit del racconto breve "All You Zombies" abbia ampiamente ispirato (visto che l'inizio è praticamente identico, compreso l'anno del primo viaggio nel tempo) il "22/11/63" di Stephen King.

sartoris ha detto...

@Luigi, quel racconto secondo me ha gettato il seme per quasi tutta la narrativa/cinematografia sui crononauti successiva... detto ciò, questo film è davvero meritevole, non perdertelo!!!

Anonimo ha detto...

Visto oggi pomeriggio (da qualche parte) confermo il tuo parere, mooolto bello.
PIPPO