lunedì 24 febbraio 2014

assassino di bambine...

Nei primi giorni di settembre del 2012 lo scrittore britannico Roger J. Ellory fece scalpore ammettendo di aver scritto entusiastiche autorecensioni e sperticati elogi dei suoi stessi libri presso Amazon - con l'ovvia finalità di promuovere il suo lavoro - utilizzando nickname quali "Nicodemus" e "Jelly Bean" e prodigandosi al tempo stesso ad affossare con giudizi al vetriolo libri di eminenti colleghi, tra cui Mark Billingham e Stuart MacBride. L'ammissione, con scuse annesse, diventò pubblica a seguito delle rivelazioni del Daily Mail su quello che in breve diventò «il caso delle recensioni fasulle».
A parte la spinosa questione (a dirla tutta il titolare del blog dubita esista al mondo uno scrittore che non abbia ceduto almeno una volta, magari in qualche sito dimenticato dal Signore, ad autoincensarsi sotto mentite spoglie) Ellory è uno scrittore robusto e apprezzabilissimo, che non avrebbe certo bisogno di mezzucci per invitare alla lettura delle sue opere.
La Voce degli angeli (A Quiet Belief in Angels) segna, tra i cinque romanzi sinora pubblicati, il suo approdo al grande successo nonché, per tematica e ambientazione, una vicinanza tangenziale coi contenuti di questo spazio.
Il romanzo infatti (400 e passa pagine che scivolano fluide e appassionanti) ha come teatro delle vicende il profondissimo Sud degli Stati Uniti. Lì, ad Augusta Falls, desolante striscia di case impantanata nel clima stanco e umidiccio della Georgia, un maniaco ha aggredito e ucciso una ragazzina del posto. L’omicidio si rivela essere solo il primo di una lunghissima serie in cui tutte le vittime sono giovanissime. Spinto dalla paura il protagonista Joseph Vaugham, dodicenne all'epoca del primo assassinio, decide di fondare con altri ragazzi I Guardians, un’associazione con lo scopo di proteggere dal male la cittadina. Ma una alla volta le bambine continuano a morire, finché i crimini a un certo punto cessano. Quindici anni dopo, Vaughan si troverà di fronte al capitolo finale dell’incubo che ha segnato irrimediabilmente la sua adolescenza e sarà la resa dei conti.
Romanzo capace di inanellare in maniera incalzante una serie fitta di avvenimenti senza però rinunciare al giusto carico d'introspezione, l'ottimo thriller di Ellory rivela per accumulo una concezione narrativa tutt'altro che scontata (che non a caso ha ricevuto i giudizi lusinghieri da parte di maestri del genere come James Patterson, Michael Connelly e Jonathan Kellerman), supportata da uno stile classicheggiante che non si perita d'imboccare l'abbrivio del lirismo più sostenuto. Una scrittura di spessore indubbio, quella di Ellory, che sa padroneggiare i ritmi lenti tanto quanto i repentini cambi di passo della narrazione. In una parola: da leggere!

La voce degli angeli
R. J. Ellory (Ed. Giano)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedo che hai fatto un po' di casino con Ellory ed Ellroy ma ti capisco. L'avrei fatto anche io. A suo tempo mi piacque "Vendetta". Se vuoi ti mando qualcosa in proposito.
Fabio

sartoris ha detto...

Minchia vero. Ho perduto una vocale per strada. Appena ho un pc davanti correggo. Grazie boss:-)

Annalisa ha detto...

Non c'è problema: io per più di metà ho continuato a leggere Ellory credendo di leggere Ellroy...
:-)

sartoris ha detto...

@Annalisa, sai com'è son giorni un po' convulsi (e poi l'età avanza;-)

Livio Romano ha detto...

"dubita esista al mondo uno scrittore che non abbia ceduto almeno una volta, magari in qualche sito dimenticato dal Signore, ad autoincensarsi sotto mentite spoglie": che risate, è vero!
Livio

sartoris ha detto...

Bhe vagnò, viva la sincerità no? :-)

Annalisa ha detto...

Che libro bellissimo!
Arrivato ieri e finito oggi.
Ti sono debitrice (di nuovo) del consiglio.

sartoris ha detto...

'Azz Annalisa che rapidità. Mi fa davvero piacere. In fondo consigliare un libro giusto è quasi una funzione pubblica :-))